Il documento dell’intelligence statunitense parla chiaro: non ci sono prove di tecnologia aliena nei fenomeni aerei non identificati registrati dai militari negli ultimi venti anni. Anche se senza spiegazione, potrebbero avere un’origine molto terrestre.
Nessuna evidenza di veicoli alieni a spasso per il nostro pianeta: i funzionari dell’intelligence statunitense non hanno trovato alcuna prova che gli almeno 120 fenomeni aerei non identificati testimoniati dai piloti militari negli ultimi vent’anni abbiano origine o provenienza extraterrestre, ma non sono ancora in grado di spiegarne le traiettorie, le accelerazioni o le dinamiche di volo.
È questa la sintesi, secondo quanto riportato dal New York Times – ancora classificata, la documentazione sarà resa pubblica il 25 giugno – dell’atteso rapporto presentato poche ore fa al Congresso degli stati uniti dai servizi di intelligence, la relazione più estesa mai dedicata ai cosiddetti Unidentified Aerial Phenomena (uap, fenomeni aerei non identificati), un modo più neutrale per ciò che in passato veniva chiamato Unidentified Flying Object (Ufo, oggetti volanti non identificati).
Che cosa significa? Che per vedere un incontro ravvicinato del terzo tipo o un E.T. a passeggio sul nostro pianeta, ancora una volta believer e ufologi faranno meglio a recuperare i due blockbuster di Steven Spielberg. Ci limitassimo a questa considerazione, però, non renderemmo giustizia all’essenza più profonda, e politica, di quanto consegnato al Congresso, materiale che peraltro non ha smorzato la fantasia collettiva.
Anticipato come “sconcertante” dall’ex direttore dell’Intelligence nazionale statunitense, John Ratcliffe, il rapporto ha infatti confermato tanto (imperante sensazionalismo mediatico compreso), se si esclude l’andirivieni di visitatori extraterrestri sul nostro pianeta.
A nulla erano serviti il richiamo alla prudenza degli ambienti scientifici o l’interpretazione di chi, nel picco di attenzione mediatica per gli avvistamenti inspiegabili, aveva ravvisato una precisa strategia comunicativa del governo usa, un “parlare senza dire” di cui scriveremo a breve. No, il rapporto su Uap e Ufo richiesto lo scorso dicembre dal senatore federale per la Florida Marco Rubio – “un’analisi dettagliata di dati e informazioni sui fenomeni aerei non identificati” raccolti dall’Office of Naval Intelligence, dall’Fbi e dalla Unidentified Aerial Phenomenon Task Force – si era sommato a una dichiarazione dell’ex presidente Barack Obama nel Late Late Show di James Corden e insieme avevano infiammato le fantasie dei credenti in attesa dell’epifania aliena. Tutto come se “Uap” fosse sinonimo di “extraterrestri” e non una definizione per indicare qualsiasi oggetto i militari non si prendano la briga di identificare, magari un drone o un velivolo civile entrati nello spazio aereo di addestramento dei piloti militari (che era esattamente quanto dichiarato alla Cnn da Joe Gradisher, il portavoce della Us Navy dopo gli avvistamenti del 2019).
Niente di tutto ciò. Sebbene con qualche ambiguità, il rapporto chiesto da Rubio punta dove gli esperti sapevano avrebbe puntato: a mettere in guardia l’opinione pubblica, statunitense ma non solo, circa l’attività di sorveglianza da parte di potenze straniere, leggasi Cina e Russia in primis, i cui investimenti nell’ipersonico sono noti.
Insomma, nessuno sbarco di marziani o altri visitatori extraterrestri, almeno a giudicare dalle prove raccolte finora. Il cui numero, a onor del vero, è aumentato negli anni più recenti.
Travisate parole di Obama a parte, a dare la stura a un cancan mediatico non sempre corretto avevano infatti contribuito precedenti di rilievo: il tema, con relative interpretazioni fantascientifiche, è infatti esploso negli Stati Uniti a seguito di una serie di ammissioni riguardo avvistamenti inspiegabili da parte del dipartimento della Difesa. Nel 2019 la Marina statunitense aveva confermato l’autenticità di altri video e aggiunto ulteriori dettagli alle scoperte fatte da un programma di tracciamento Ufo del Pentagono, guidato dall’ex leader democratico del senato Harry Reid nel 2007. Tanto da motivare e finanziare, nell’agosto del 2020, l’istituzione della Task Force sui fenomeni Uap per “ottenere informazioni dettagliate” sulla “natura e sulle origini” di oggetti volanti non identificati. In effetti il dipartimento della Difesa aveva declassificato tre video realizzati dai piloti della Marina – uno del novembre 2004 e due del gennaio 2015 – che mostrano oggetti misteriosi attraversare l’inquadratura ad altissima velocità.
I video erano trapelati anni prima, ma i funzionari del Pentagono – che il 27 aprile 2020 ne hanno confermato l’autenticità e il soggetto “non indentificato” – li hanno desecretati per “risolvere eventuali malintesi da parte del pubblico sul fatto che le immagini fossero reali o meno, oppure se ci fosse altro nei video“. Detto altrimenti, sì, i video non sono taroccati e come previsto non inquadrano velivoli americani, nemmeno di programmi top secret. Il che, come ha confermato il rapporto di ieri, non significa riprendano velivoli alieni in gita sulla terra.
Considerazione valida anche per un altro video della Marina, risalente a luglio 2019, in cui un oggetto sferico sconosciuto sorvola il mare vicino a San Diego. Ottenuto da un regista di documentari e condiviso con Nbc News, il filmato sembra mostrare l’indecifrabile apparecchio inabissarsi dopo un volo di qualche minuto.
In realtà l’atteggiamento della Difesa americana è tutt’altro che ambiguo: è lei che autorizza la diffusione dei filmati ed è lei a confermarne l’autenticità, cioè il fatto che le riprese siano non artefatte e da attribuire a un militare. Anche il motivo è tutt’altro che misterioso: “La mia impressione è che il dipartimento della Difesa americano sia stanco di tollerare che altre potenze lo sorveglino e stia cercando il modo più accorto per farlo sapere”, commenta Paolo Attivissimo, fra i più noti debunker del settore e socio emerito del Cicap, il Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze. Insomma, una ragione fin troppo terrestre. “Dal punto di vista militare, la situazione è delicata: sarebbe un segno di debolezza ammettere, senza poter reagire, che droni di altre potenze sorveglino le proprie navi o violino uno spazio aereo di addestramento. Abbatterli innescherebbe invece un incidente diplomatico. Motivo per cui è sempre stato più conveniente far credere si trattasse di ufo, o almeno non smentire chi ne fosse convinto. Da Roswell in poi, c’è una ricca tradizione in questo senso. Spesso gli incidenti militari sono stati coperti lasciando credere si trattasse di qualche intrusione extraterrestre, in modo da evitare che indagini più approfondite scoprissero attività poco convenienti o semplicemente un’operazione segreta”.
Eppure, come peraltro confermato in tv da Obama, gli oggetti non identificati ripresi dai video, “non si muovono con uno schema facilmente spiegabile”. “Vero, tanto che si è chiesto di fare chiarezza al Congresso”, commenta Attivissimo. “Ma anche prima del rapporto sarebbe stato sensato essere prudenti e chiedersi di quali prove disponessimo: fino a questo punto tutti i video resi pubblici mostrano fenomeni che possono essere interpretati come impossibili, ma senza esserne certi. Per evitare sensazionalismi e senza nemmeno contemplare anomalie o malfunzionamenti degli strumenti di ripresa, basterebbe fare l’esempio di un tafano che volasse a pochi centimetri dalla telecamera mentre si registra un video. Rivedendolo, scorgeremmo un oggetto puntiforme attraversare l’inquadratura ad altissima velocità. Senza conoscerne la distanza dall’obbiettivo, si potrebbe quindi supporre che un velivolo di trenta metri a un chilometro dalla camera abbia solcato il panorama a una velocità fisicamente impossibile. La realtà sarebbe ben diversa”.
E l’aumento di chiacchiericcio? Esiste una correlazione, se non altro statistica, fra i picchi di avvistamenti e altri fenomeni cultural-sociali? “Premesso che la domanda dovrebbe essere fatta a un sociologo, si ipotizza una ragionevole correlazione, beninteso non un rapporto di causa ed effetto, fra i momenti di incertezza Politica e di paranoia nazionale e la comparsa degli avvistamenti ufologici”, risponde il debunker.“Spesso, si proietta la paura dello straniero, dell’estraneo, dell’invasore su qualcosa di analogo. La cinematografia occidentale degli anni 50 non a caso è zeppa di marziani, dischi volanti e guerre dei mondi. Che cos’era L’invasione degli ultracorpi se non la metafora della minaccia comunista (con tanto di indottrinamento, di lavaggio del cervello)? Oggi ho l’impressione che da una parte ci possa essere una correlazione fra il sentimento collettivo di insicurezza e l’esigenza di sfogarlo in maniera socialmente accettabile. Dall’altra credo che l’idea dell’extraterrestre sia salvifica o almeno rassicurante. Che qualcuno vegli su di noi e sia pronto a manifestarsi per evitarci la rovina è la traduzione tecnologica del mito degli angeli: la fine del mondo tale non è, è redenzione collettiva. Oggi, in un’epoca meno religiosa, l’extraterrestre può assumere quel ruolo nell’immaginario collettivo. Detto questo, considerato come la Cina sia percepita minacciosa e arrembante anche oltre l’atmosfera, credo che qualsiasi pretesto sia buono per parlare di spazio, ben venga l’ufologia. La sostanza, ci limitassimo ai fatti, è ancora scarsa. Grandi rivelazioni esigono grandi prove”.
Prove che, conferma il rapporto su Uap e Ufo, a oggi non esistono. Alla faccia di entità aliene, ancora una volta occorrerà concentrarsi su ragioni più umane dell’umano.
fonte : wired