Nota dell’autore: Questa storia è basata su eventi reali. I nomi dei personaggi sono stati cambiati per garantire il loro anonimato.
Era il 1995, avevo 25 anni e tenevo un cane di nome Polo che, se stuzzicato da me o dal mio caro amico Diego, iniziava ad ululare come un lupo. Nessun’altra persona riusciva a farlo ululare in quel modo. Ogni volta che Diego veniva a trovarmi, il cane faceva le feste all’impazzata, come ogni cane che riconosce le persone che ricambiano il loro affetto.
Un pomeriggio, Diego mi portò dei gelati da provare. Passammo il tempo al computer, come sempre, provando nuovi videogiochi e scherzando con il cane. La sera Diego doveva andare al lavoro (lavorava in una famosa azienda di gelati) e mi promise che il giorno seguente mi avrebbe portato dei nuovi gelati.
Purtroppo, quel giorno Diego perse la vita in un incidente sul lavoro, una delle tante “morti bianche” che affliggono i lavoratori. Fui avvertito la mattina seguente da un altro amico. In quell’istante il mondo mi crollò addosso. Non potevo crederci. Fu la giornata più lunga e brutta della mia vita; era la prima volta che perdevo una persona cara. Fino a notte, i miei pensieri erano turbati dall’accaduto. Ero in tilt, incapace di accettare quanto successo.
Verso l’una di notte, riuscii finalmente a prendere sonno. E qui accadde qualcosa di strano, qualcosa che ancora oggi mi fa venire i brividi. Il mio cane, che dormiva ai piedi del letto, mi svegliò verso le 4:50-5:00 del mattino. Stava ululando in un modo inconsueto, quasi rauco. Era seduto sul mio letto e guardava verso la finestra del balcone dei raggi di sole entravano dalle fessure della persiana, illuminando la stanza in un modo surreale. Il suo stridulo ululato durò il tempo che impiegai a guardare nella sua stessa direzione, poi si rimise a dormire.
Da quel momento in poi, mi sentii più sereno. Non so spiegarmi il perché, ma qualcosa dentro di me si era placato.
Ah, dimenticavo: l’orario del decesso di Diego fu esattamente alle 4:55 del mattino.
Pace a te, amico mio.