Il Washington Post in un articolo nel 1949 proclama: “Sacerdote Libera 14 enne posseduto dal demonio”.
Quasi immediatamente la storia diventa di dominio pubblico.
In seguito William Peter Blatty, autore del libro omonimo, ha prodotto il suo film, L’ESORCISTA, nel 1974, rifacendosi interamente alla storia realmente accaduta a Monte Rainer, grazie al diario di uno dei preti che operarono l’esorcismo e del quale si servì dopo esserne entrato in possesso.
A differenza del film, la storia riguarda un giovane ragazzo nato il 1 giugno 1935. Roland e i suoi genitori vivevano appena fuori Washington non lontano dal Monte Rainier, nel Maryland.
Le prime stranezze iniziarono il 15 gennaio 1949, quando il ragazzo aveva tredici anni. Una sera, mentre i suoi genitori erano fuori, lui e sua nonna sentirono uno strano suono ” gocciolante ” in casa. La cosa andò avanti per un pò senza nessuna spiegazione nè sul perchè nè sulla provenienza del rumore fino a che una immagine di Gesù in un quadro sul muro cominciò a tremare come se qualcosa la stesse scuotendo da dentro.
Non appena furono rientrati i genitori del ragazzo, un rumore insistente come di graffi cominciò a manifestarsi sotto le assi del pavimento, camminando e concentrandosi accanto al letto della nonna.
Questo suono continuò a ripetersi ogni notte dalle ore 19:00 circa fino alla mezzanotte.
La famiglia pensò a un problema di topi.
Uno ” sterminatore ” fu chiamato ma, nonostante il veleno fosse stato messo sotto le assi del pavimento e nei pannelli a muro, il suono non cessava ma peggiorava in maniera inquietante.
Una decina di giorni dopo, i rumori cessarono improvvisamente e tutti pensarono che il roditore doveva essere morto in seguito all’immissione del veleno.
Il ragazzo però continuava a sentire i graffi sotto al pavimento fino a che, tre giorni dopo, il suono diventò udibile anche per il resto della famiglia.
Padre Joseph Jenkins, interpellato dalla famiglia, più tardi avrebbe confermato che: ” Il suono continuava ad essere udibile anche in mia presenza ma non era più in camera da letto al piano di sopra, ma al piano di sotto, nella camera da letto del ragazzo. Era come un cigolio di scarpe che camminasse lungo tutto il letto e si manifestava solo di notte quando il ragazzo dormiva. Continuò per sei giorni. Poi riprese a graffiare…”.
Ogni spirito malvagio ha bisogno di qualcuno che gli apra la porta per entrare e il permesso a questa invasione spirituale è stato dato dalla zia Tillie, una zia molto amata dal ragazzo morta a St. Louis due settimane prima del manifestarsi dei fenomeni.
Padre Joseph riferì che ” la zia del ragazzo e i suoi genitori erano soliti usare una tavola Ouija, e questo probabilmente ha permesso al diavolo di effettuare il suo primo ingresso.”
Molte autorità religiose sono convinte che questo ” gioco ” sia in realtà un invito per gli spiriti maligni. La zia Tillie insegnò a Roland a ” giocare ” da solo alla tavola Ouijia, undici giorni prima di morire il 26 gennaio 1949.
Sospettando qualcosa di soprannaturale , la madre del ragazzo, all’ennesimo manifestarsi del fenomeno, chiese: ” Sei tu zia Tillie…?
Non ottenendo alcuna risposta verbale continuò: ” Se sei tu, bussa tre volte ” .
Ondate di aria gelida colpirono la madre, la nonna e il ragazzo, e tre colpi distinti si sentirono sul pavimento.
La madre chiese di nuovo: ” Se sei Tillie, dimmi -si- battendo quattro volte.” E quattro distinti colpi si sentirono ancora sul pavimento.
Col passare del tempo, però, divenne evidente che gli eventi strani sembravano seguire il ragazzo, manifestandosi solo in sua presenza:
– a pranzo, tutta la frutta volava dall’altra parte della sala
– Il tavolo della cucina era sconvolto da forti scossoni senza alcun movimento da parte del ragazzo
– il latte e prodotti alimentari del frigorifero venivano violentemente gettati fuori sul pavimento
– una Bibbia veniva ripetutamente gettata ai piedi del ragazzo
– Il suo banco di scuola si muoveva e sbatteva sul pavimento come a seguire i movimenti della tavola Ouija.
Il ragazzo fu costretto a lasciare la scuola.
Le cose divennero sempre peggiori.
In una occasione la coperta del letto fu tirata fuori da sotto il materasso ed i bordi si alzarono sopra la superficie del letto in una forma arricciata, come se fossero stati inamidati, ma non appena qualcuno toccava il copriletto tutto tornava in posizione normale.
Un susseguirsi di avvenimenti di questo tipo ( sparizioni di oggetti, accatastarsi di mobili uno sopra l’altro in sequenze impossibili, graffi sulle pareti, rumori di corse per la casa, rubinetti impazziti ) andò avanti per un pò fino a che le cose non si aggravarono ulteriormente: sulle costole del ragazzo con un’incisione rossa e profonda comparve la scritta ” St. Louis ” : una forza invisibile voleva il ragazzo a St. Louis dove la sua zia preferita aveva vissuto.
IL MINISTRO DELLA chiesa LUTERANA
La madre chiamò un ministro della sua fede, un pastore luterano locale. Egli era dubbioso circa l’intera questione. Sospettò anche del messaggio inciso sulle costole del ragazzo, come se fosse stato auto-inflitto. Chiese così alla famiglia di lasciare che il ragazzo si trasferisse per un pò a casa sua, ma quello che accadde dopo gli sembrò sfidare ogni spiegazione naturale.
Era il 17 febbraio del 1949.
Verso le 22:00, si decise di andare a letto. Il ragazzo dormiva nella stessa stanza del pastore.La stanza conteneva due letti singoli. Dopo circa dieci minuti, il letto del ragazzo cominciò a vibrare. La testata del letto sbatteva contro al muro.
Il ministro ha riferito: ” Pensai che fosse il ragazzo che lo stava scuotendo ma lui non faceva alcun movimento visibile. Così misi il ragazzo in una poltrona imbottita di grandi dimensioni e mi sedetti accanto a lui. Lentamente la sedia cominciò a inclinarsi su un fianco e io dovetti afferrare il ragazzo prima che mi cadesse sopra ” Cercai di risolvere la situazione usando il tappeto. Ci sdraiammo sopra come fosse un letto ma il tappeto si mosse fino a che raggiunse il muro e poi si fermò.Non ci fu mai alcun movimento da parte del ragazzo, che riaccompagnai a casa il giorno dopo “.
A causa della sua teologia protestante, il ministro cercò una spiegazione naturale e incapace di elaborarne una, classificò l’incidente come causato da forze sconosciute .
La famiglia consultò uno psichiatra. Le visite che si susseguirono furono lunghe e accurate ma la medicina considerò il ragazzo perfettamente normale, forse solo in condizioni di stanchezza.
La madre del ragazzo aveva un parente sposato con una donna cattolica, così, descritta la situazione, le fu consigliato di consultare un prete. Si rivolsero alla vicina parrocchia di San Giacomo. Il padre del ragazzo prese un appuntamento per parlare con uno dei sacerdoti e il sacerdote gli diede dei sacramentali diversi: l’acqua santa, le candele benedette, e alcune preghiere.
Non appena ebbero spruzzato l’acqua santa per la stanza, la bottiglia, messa su un comò, volò e con grande violenza, si fracassò sul muro.
Come una delle candele benedette fu accesa, la fiamma arrivò di colpo fino al soffitto, e dovette essere spenta prima del propagarsi delle fiamme.
Le preghiere suggerite sembravano rendere i fenomeni peggiori.
Decisero di chiamare un prete esorcista. Mentre telefonava, la madre del ragazzo disse al prete che l’elenco telefonico si stava rompendo in mille pezzi.
Al primo incontro del prete col ragazzo, Roland manifestò un linguaggio osceno e blasfemo parlando con una diabolica voce strana. La stanza divenne stranamente fredda, fino a far risultare bianco il respiro di ognuno dei presenti.
Padre Hughes era scettico e riluttante e non voleva farsi coinvolgere nella questione, ma durante la visita ad un certo punto Roland affrontò il sacerdote parlando in latino, una lingua che il ragazzo non conosceva assolutamente. Padre Hughes si convinse che Roland era posseduto. Scosso, Hughes chiese al suo arcivescovo il permesso di condurre un esorcismo. Dopo aver esaminato i fatti del caso e le prove mediche, il cardinale O’Boyle autorizzò l’esorcismo.
Padre E. Albert Hughes avrebbe voluto che un uomo più anziano e più esperto di lui prendesse il suo posto.
Nonostante le preghiere, l’arcivescovo insistette e il giovane sacerdote dovette procedere col rituale.
Don Albert sapeva che l’esorcismo deve essere fatto da un uomo molto santo, perché il diavolo è solito esporre i peccati del sacerdote, così il padre andò a Baltimora e fece una accurata confessione generale.
Ma don Albert aveva ragione: si sarebbe rivelato un errore di calcolo terribile.
Tra il 27 febbraio e 4 marzo, il ragazzo fu trasferito a Georgetown University Hospital. Padre Albert chiese l’aiuto di George, un giovane fisicamente forte e abile, e di un suo amico. George testimoniò poi che dovette fare una terribile lotta per tenere il ragazzo fermo, e che sputava in tutta la stanza con una violenza e una precisione incredibili. George e il suo amico fecero un grande sforzo per tenere la situazione sotto controllo. Vedevano se stessi come guardie del corpo del sacerdote . Il prete li fece confessare per proteggerli e purificarli.
Cominciarono così il rituale.
Legarono le mani e i piedi del ragazzo alle colonne del letto. La reazione fu violenta. Tutto quello che era nella stanza si schiantò a terra. Il letto era scosso in maniera incontrollata. I ragazzi, per quanto forti, non riuscivano a tenere il letto verso il basso. La vittima era un ragazzino, eppure egli possedeva una forza incredibile. Il sacerdote avvertì i suoi assistenti di non entrare in dialogo con il ragazzo, ma di rispondere solo al rituale insieme a lui. Strane parole uscirono dalla bocca del ragazzo, presumibilmente in aramaico, una forma di ebraico antico. Roland insultò il prete anche in latino. Gli oggetti volarono in giro per la stanza. Il ragazzo ringhiò come una bestia disumana.
Poi accadde.
In qualche modo il ragazzo liberò un braccio. Strappò segretamente, attraverso il pesante materasso, una molla metallica. Al termine della preghiera del Signore, il prete fu più vicino a Roland che lo aggredì provocandogli uno squarcio nel braccio dalla spalla al polso. Il sangue esplose sopra tutto!
Il libro di preghiera del rituale era incrostato del sangue del prete!
Padre Albert urlò di dolore. L’esorcismo era finito in un fallimento. La ferita del sacerdote fu curata ma il suo braccio riportò più di cento punti e non guarì mai del tutto. Padre Albert continuò ad avere problemi persistenti e anche officiare la messa fu sempre difficile e doloroso. Poco dopo lasciò la parrocchia, per ritirarsi, tentando di recuperare e uscire dall’incubo di quell’incontro terribile. Dopo questo evento, i colleghi del sacerdote dissero che padre Hughes non fu mai più lo stesso. Riservato, taciturno, visse il resto della sua vita come un uomo tormentato.
Morì il 12 ottobre, nel 1980, per un attacco di cuore.
I due giovani che aiutarono il prete riportarono delle ferite sul viso, varie contusioni e un occhio nero.
Dopo l’episodio Roland, che non ricordava assolutamente nulla, fu calmo per qualche giorno e fu rimandato a casa.
A SAINT LOUIS
Il ragazzo espresse il desiderio di andare a St. Louis, e dal momento che c’erano dei parenti dai quali appoggiarsi, la famiglia partì con la speranza di lasciarsi i problemi alle spalle. Purtroppo non fu così. Due zie del ragazzo furono testimoni, due zii e quattro cugini. Il materasso ondeggiava, il ribaltamento di mobili in camera da letto, i graffi, furono visti da tutti . . . Qualcuno disse che non era il diavolo ma l’anima della defunta zia Tillie. Detto questo, lo spirito confermò ancora una volta a tutti i presenti che era Tillie spostando un pesante letto con non uno degli astanti sopra.
Un parente della famiglia era studente alla St.Louis University, e parlò con Padre Vescovo, SJ, uno dei suoi professori sacerdote, di quello che stava accadendo a casa dei suoi cugini. Il docente contattò poi uno dei suoi amici più stretti, Padre Bowdern, SJ, parroco della chiesa di San Francesco Saverio. I due sacerdoti e un giovane assistente gesuita, Padre Walter Halloran, arrivarono a casa di Roland. Era il 9 marzo 1949.
Visitarono il ragazzo: una serie sanguinosa di graffi a zig-zag riempiva il petto di Roland.
Padre Bowdern benedisse l’intera casa, e operò una speciale benedizione nella stanza del ragazzo e sul suo letto. Appuntò una reliquia all’angolo estremo del cuscino. Poco dopo, il materasso sul letto cominciò a muoversi avanti e indietro in direzione dei montanti del letto. Il ragazzo giaceva perfettamente immobile, e non esercitava alcuno sforzo fisico. Il movimento era intermittente e scomparse dopo circa quindici minuti. Il giorno dopo, la reliquia fu gettata a terra in presenza di tutti. Il perno di sicurezza era aperto, ma nessuna mano umana aveva toccato la reliquia. Il ragazzo era terrorizzato.
ESORCISMO E BATTESIMO
Venerdì 11 marzo, i sacerdoti furono di nuovo da Roland. Portarono le reliquie supplementari e un crocifisso. Poco dopo che il ragazzo andò a dormire ( 11:00 PM ), lo sentirono chiamare a gran voce: era stato spaventato da qualcosa che aveva scagliato un oggetto contro lo specchio della sua camera da letto. Col perno di sicurezza aperto, la reliquia di S. Margherita Maria era stata gettata contro lo specchio. Un segno di croce era comparso sul ragazzo sull’avambraccio esterno sinistro. Il dolore era simile a quello prodotto da un graffio di una spina. La croce rimase evidente per circa 45 minuti. I due sacerdoti cominciarono a recitare delle preghiere e Roland divenne violento. I graffi sanguinosi sul suo petto aumentarono e comparvero le scritte -inferno-diavolo-. Ronald ringhiò, sputò, e bestemmiò, scagliandosi contro i due sacerdoti con oscenità e volgarità e con intermittenti risate diaboliche.
Dopo pochi giorni, fu esposto il caso all’arcivescovo Ritter che autorizzò gli esorcismi .
I sintomi di possesso sembravano peggiorare e non migliorare con i tentativi di esorcismo. La crisi cominciavano la sera, quando il ragazzo era a letto e duravano dalle 8:00 alle 12:00 e dalle 24:00 all’ 01:00, a intermittenza, e poi il ragazzo si addormentava normalmente per nove o dieci ore. Furono decisi, per quanto possibile, gli orari e i giorni di recitazione delle preghiere per far riposare di più tutti dato che quando si iniziava lo si faceva senza sosta dalle 9.00 del mattino fino alle 2.00 o alle 3.00 della notte.
A volte erano necessarie anche dieci persone per tenere fermo il ragazzo durante la crisi. Strappava le lenzuola e riduceva i cuscini a brandelli, così come le camicie e le canottiere di coloro che lo trattenevano. Vomitava e urinava tantissimo. Era completamente selvaggio. Ruppe il naso di uno degli studenti gesuiti che facevano assistenza. Prese il braccio ad uno di loro con tanta violenza e gli fece così male che fu impossibile muoverlo per molti giorni.
Dopo una delle crisi, all’inizio, il ragazzo disse di avere la sensazione che lo spirito maligno lo portasse giù in una buca di 200 metri di profondità circa dove c’erano calore intenso e demoni. In uno degli esorcismi, lo spirito, nel corpo del ragazzo, disse ad uno dei sacerdoti che stavano assistendo: ” E’ inutile che tu stia qui, giacchè sarai all’inferno con me nel 1957 “.
Passò qualche giorno. Il ragazzo chiese di essere battezzato. Va notato che suo padre era stato battezzato e che alcuni dei suoi cugini a St. Louis erano cattolici. Il ragazzo fu istruito e le preparazioni furono effettuate per battezzarlo in chiesa. Il mattino seguente si alzò, fece una doccia, mangiò la sua solita colazione e partì per la Chiesa in un auto guidata da suo zio. Poco prima di raggiungere la chiesa il ragazzo afferrò suo zio per il collo e disse ” Tu, tu pensi che io stia per essere battezzato, ma ma ti inganni “. Lo zio era solo in grado di tirare il freno di emergenza per evitare una collisione . Fu chiaro che battezzare il ragazzo nella chiesa avrebbe creato problemi, quindi fu portato al terzo piano della canonica, in fondo alla chiesa. Ogni volta che gli fu chiesto di rinunciare a satana e a tutte le sue opere andava su tutte le furie. Solo dopo diverse ore il ragazzo fu in grado di rispondere: ” Rinuncio a Satana e tutte le sue opere “. Poi si riuscì a versare l’acqua sul capo del ragazzo.
Dopo il rito di iniziazione, le cose si calmarono per un paio di giorni. Ma poi, l’attività demoniaca ricominciò, e peggio di prima. Alcuni del fenomeni erano abbastanza particolari :
– la quantità di saliva che il ragazzo emetteva: ci si sarebbe potuto riempire una mezza pinta di birra in una sola volta.
– sputava sugli astanti e mentre il sacerdote leggeva gli esorcismi, altri due si munivano di un asciugamano per proteggergli il viso e gli occhiali, ma era inutile: lo sputo sarebbe andato sotto l’asciugamano, sopra l’asciugamano o in giro per l’asciugamano a colpire direttamente gli occhiali del prete , e gli occhi del ragazzo rimanevano chiusi tutto il tempo.
– un altro fenomeno fu l’eccessiva minzione.
Durante la crisi il ragazzo pronunciava le più vili oscenità, imprecazioni, bestemmie e canzoni volgari, il tutto in una voce in falsetto. L’esorcista cercò di proteggere se stesso con un cuscino dagli sputi, giacchè la testa del ragazzo si muoveva come un cobra, e mirava incessantemente con la saliva la sua faccia.
[ In un’appendice del diario si legge che il ragazzo si rivolgeva ai sacerdoti con sporche volgarità e parole oscene in latino perfetto, una lingua che non aveva mai studiato.
A volte, lontano dalle crisi, era solito star seduto sul letto con un libro della madonna di Fatima sulle ginocchia, ma improvvisamente cadeva in una crisi e gettava il libro attraverso la stanza. In un’altra occasione, fu la volta di un bicchiere di latte, dopo averlo chiesto con molta tranquillità.
Un’altra volta ancora un assistente della scuola gesuita diede al ragazzo un piatto di manzo tagliato. Lui afferrò il piatto, saltò su un lato della stanza, e minacciò chiunque si fosse avvicinato a lui. Mentre un assistente gli si avvicinò da un lato, lo studente strisciò sotto il letto per fermarlo. Il ragazzo gettò e ruppe il piatto di cibo contro il muro.]
PRIMA COMUNIONE
Gli esorcisti e la famiglia tornarono a Washington. I genitori del ragazzo erano stremati dalla privazione del sonno. Si cercò di mettere il ragazzo in un sanatorio o in ospedale nella zona di Washington-Baltimora, ma nessuno lo voleva. Si decise di portarlo al Alexian Brothers Hospital di St. Louis.
[ Quella che segue è la testimonianza di un suo coetaneo dell’epoca, che fu partecipe di alcuni avvenimenti.
” Sono nato a Mount Rainier nel 1958 e ci ho vissuto fino al 1968. Credo di poter aggiungere alcuni fatti interessanti che Padre Joe potrà confermare.
1) Il ragazzo, dopo essere stato salvato, ha frequentato il Gonzaga college HS in DC. Si è laureato ma la scuola non non ha ( o non fa consultare ) una copia dei registri di classe perché c’era solo un ragazzo di quella provenienza che si laureò in quell’anno e questo avrebbe rivelato il suo nome .
2) L’Arcidiocesi CC ha usato l’indirizzo di una casa vuota ( 3.210 Bunker Hill Road ) per proteggere il ragazzo e l’identità della famiglia.
3) La casa ” Bunker Hill Road ” rimase vuota ma si vociferava che il ragazzo aveva vissuto lì, e il posto è rimasto vuoto fino al 1968, almeno per quello che so io. Di quella casa ho sempre avuto paura, anche solo camminandoci vicino.
4) Un elemento che viene menzionato raramente coinvolge la vecchia DC Infirmary. Nel 1949 ci fu un’epidemia di influenza e molti bambini di età compresa tra i 10 e 18 anni furono portati in infermeria per una visita di valutazione medica. Il padre di un mio amico, che aveva 12 anni al momento dell’accaduto, racconta una storia agghiacciante riguardo al ragazzo posseduto.
Era in attesa insieme al figlio e a un’ altra dozzina di ragazzi in una stanza dell’infermeria, quando arrivò un ragazzino che aveva piò o meno l’età degli altri ed era scortato da alcune persone e da due medici. Il padre del mio amico afferma che si avvicinò al ragazzo e ne fu spaventato a morte, guardandolo negli occhi.
Egli giura due cose: che gli occhi del ragazzo sono stati la cosa più spaventosa che abbia mai visto e che alcuni dei ragazzi presenti, terrorizzati, caddero in ginocchio e cominciarono a recitare il Padre Nostro e l’Ave Maria . Dopo circa due minuti, i medici portarono via il ragazzo dalla stanza, e tutti furono sollevati dal fatto che il ragazzo non fosse lì durante la notte, nella stessa stanza con loro. Fu solo dopo un certo numero di anni che tutti i presenti di quel giorno collegarono il ragazzo con quello sottoposto all’ esorcismo.]
Furono date istruzioni per la sua prima comunione. La speranza era che ricevere l’Eucaristia avrebbe messo fine alla possessione. Quando giunse il momento, fu difficilissimo mettere l’Ostia sulla sua lingua : fu messa per tre volte e per tre volte fu sputata fuori. Alla fine, dopo parecchie ore, il successo fu raggiunto. Questo accadde il 2 aprile, il primo Sabato del mese, un giorno dedicato alla Madonna di Fatima. In un momento di calma questo fu spiegato al ragazzo che mostrò grande interesse, ma non servì a fermare le crisi.
” DIMMI IL TUO NOME “
Durante l’esorcismo, il sacerdote chiese per la prima volta il nome del demone. ” Qual è il tuo nome? ” La risposta fu semplicemente “Zitto, zitto.”
Più tardi, in risposta alla richiesta del suo nome, le parole -Inferno- e – Spirito- comparvero in lettere rosse sul petto del ragazzo. Di seguito, comparvero in rosso i numeri: 4, 8, 10, 16, in lettere romane. Poi il demone disse: ” Non andrò via fino a quando una certa parola non verrà pronunciata e che questo ragazzo non potrà mai dire ” Apparve anche una freccia rossa che si estese dal collo del ragazzo fino alla parte inferiore del suo addome, e si pensò che lo spirito andasse fuori con l’urina, come succede in alcuni casi.
16 marzo 1949
L’ arcivescovo Joseph E. Ritter diede a Padre Bowdern il permesso di iniziare il rito di esorcismo formale. Quella notte stessa, accompagnato da Padre Vescovo e il padre gesuita Walter Halloran, Padre Bowdern cominciò a recitare le preghiere dei rituali di esorcismo.
Per tutto marzo e in aprile, Roland fece avanti e indietro tra la casa di sua zia in Normandia, nel Missouri, una canonica nelle vicinanze, e Alexian Brothers Hospital di South St. Louis. Il rituale di esorcismo fu un susseguirsi continuo di bestemmie, vomito, urina e di frasi latine oscene.
Una volta durante un incontro di preghiera dopo che Roland era stato già istruito nella fede cattolica e aveva ricevuto la sua prima comunione, una figura del diavolo comparve dietro al ragazzo, tese le sue mani sopra la testa di Roland e delle corna sporsero dal suo capo, ragnatele di vene di un rosso profondo si estesero dalle mani del demone su tutto il corpo di Roland fino ai polpacci.
Durante un breve viaggio in treno del suo andirivieni, Roland divenne maniacale, e colpendo Padre Bowdern nei testicoli gridò: ” Questo è uno schiaccianoci per voi, non è vero? ”
Il corpo di Roland durante le ore della notte assumeva forme impossibili e umanamente inspiegabili. Ogni mattina però, sembrava essere del tutto normale e non aveva memoria degli eventi che avevano luogo dopo il tramonto.
LIBERAZIONE
18 APRILE 1949
Nonostante la speranza che tutto sarebbe finito durante la Settimana Santa, la Domenica di Pasqua fu caratterizzata da crisi particolarmente violente. Ma il giorno più brutto di tutti fu il 18 aprile, Lunedi di Pasqua.
Col rituale notturno continuato, Padre Bowdern fu costretto a far indossare a Roland una catena di medaglie e lo obbligò a tenere un crocifisso in mano. Improvvisamente, Roland diventò stranamente contrito e iniziò a fare domande sul significato di alcune preghiere latine. Padre Bowden continuò il rituale ignorando le domande di Roland e rifiutandosi di far conversazione con l’entità.
Disse invece di voler conoscere il nome del demone e quando sarebbe andato via. Roland esplose come un furia, urinò, ruttò ed emise continuamente gas, fino a che rispose gridando che era uno degli angeli caduti.
Era una furia. Cinque persone lo tenevano giù, mentre lui gridava che era un “angelo caduto”. Padre Bowdern continuò con il rituale, imponendogli di dire il suo nome e recitando : “Io ti getto fuori, spirito immondo, insieme con l’ invasione dei malvagi e ogni diabolica legione fantasma. Nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, esci per sempre da questa creatura di Dio …. ”
Egli lo recitò incessantemente per ore. I padri esorcisti erano molto provati.
Il demone sembrava non stancarsi mai, sottoponendo Roland ad una devastazione fisica continua. Si temeva per la salute del ragazzo: tutte le volte che si procedeva col rituale la temperatura della stanza scendeva sotto zero e questo stava portando Roland alla polmonite; il cuore era molto affaticato e tutto il corpo era livido e pieno di ferite.
Padre Bowdern si fermò per un momento, per riprendersi dallo sconcerto, accompagnato dai gutturali risolini satanici di Roland.
Improvvisamente il ragazzo venne scosso da contorsioni orribili e violente poi, in ginocchio sul letto, la sua voce diventò forte e virile e, identificandosi come San Michele Arcangelo : ” Io ti comando Satana di lasciare questo corpo insieme a tutti gli altri spiriti maligni nel nome di Dominus ! Ora! Ora! Ora! ”
Ci furono ancora contorsioni violente e spasmi. Poi, fu tutto tranquillo.
Un attimo dopo, Roland si sedette, e con voce normale disse ai sacerdoti : ” è finita…sono libero ”
Padre Bowdern ebbe la visione di un uomo molto alto con i capelli biondi lunghi vestito di una tunica bianca che brandiva una spada fiammeggiante.
DOMINUS. Questa era la parola che quei demoni temevano.
A CASA
Roland tornò nel Maryland con i suoi genitori dopo 12 giorni.
Egli scrisse a Padre Bowdern nel maggio 1949 e gli disse che era felice e aveva un cane nuovo. Roland oggi vive ancora nel Maryland, è sposato e ha tre figli. Conserva solo un debole ricordo di quello che è successo nel 1949.
Padre Bowdern fino alla fine della sua vita ha sostenuto che lui e i suoi confratelli furono in contatto con un entità demoniaca. Ci furono tanti testimoni agli eventi soprannaturali per i quali non esistevano altre spiegazioni se non quelle che furono date e che furono vissute.
La Chiesa cattolica dichiarò che il caso di Roland fu una ” possessione demoniaca vera “.
Padre Giovanni Nicola, che ebbe l’opportunità di rivedere il rapporto, osservò che 41 persone firmarono un documento che attestava come vero quello che avevano visto.
Molti ritengono che Roland soffrisse di una malattia mentale e non di una possessione demoniaca. Allucinazioni, malattie psicosomatiche che lo hanno portato a comportarsi in modo strano, a imprecare e urlare così violentemente. Ma le persone che hanno asserito questo sono tutte persone che non sono state in alcun modo coinvolte nel caso.
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1988, un colloquio con Padre Walter Halloran, un prete gesuita che aiutò Padre Bowdern nell’esorcismo di Roland nel 1949.
Fr. Walter Halloran:
Il ragazzino doveva essere tenuto fermo perchè era molto violento” -Halloran ha detto in un’intervista con il St. Louis Post-Dispatch. -“Così Padre Bowdern mi ha chiesto aiutarlo e di tenerlo. Sì, ha rotto il mio naso.”
SD: Qual è stata la cosa più sorprendente tra i fenomeni fisici ai quali lei stesso ha assistito durante gli esorcismi?
Fr. H: Penso le indicazioni sul corpo del ragazzo. Non pensavo che ci fosse alcun modo per cui avrebbero dovuto essere auto-indotti. I segni, i graffi, le parole, i numeri e cose del genere sono apparse in rosso sangue. Quando lo spirito del male ha preso il bambino, sembrava che non ci fosse niente che si potesse fare.
Lui non aveva alcun ricordo di tutto ciò che ebbe luogo quando era sotto assedio demoniaco. E questo mi ha colpito, il potere che qualcuno o qualcosa possa avere oltre la volontà del soggetto.
SD: Ha visto volare il mobilio o spostare qualcosa in camera?
Fr. H: Già. La prima notte che ero lì io ero in ginocchio presso il letto sul quale il ragazzo era disteso e il letto ha iniziato ad andare su e giù e poi sono quasi stato colpito da una bottiglia di acqua santa che era sul comò ed è volata attraverso la stanza e non mi ha preso solo per un paio di centimetri.
SD: Di quanto si è mosso il letto?
Fr. H: Oh, direi una ventina di centimetri.
SD: C’era qualche preghiera particolare alla quale lo spirito maligno sembrava reagire di più?
Fr. H: Sì. Ogni volta che il nome di Nostro Signore Gesù Cristo veniva fatto, il bambino era molto, molto agitato. La stessa cosa con san Michele Arcangelo. Era agitatissimo con l’acqua santa. Con alcune delle preghiere si cosparge la persona con l’acqua santa e lui diventava selvatico, fisicamente violento, le sue braccia erano inarrestabili.
SD: Hai visto il film l’Esorcista’ ?
Fr. H: L’ho visto subito. Sono andato con Padre Bowdern e sono rimasto deluso. Ho pensato che fosse un disastro. E Padre Bowdern ha fatto il resto. Ha cominciato a gridare la sua opinione durante il film. Lui diceva, o meglio gridava, che la finzione scenica non può essere paragonata all’orrore che può dare il contatto diretto col diavolo, e che queste erano solo finzioni atte a far saltare sulla sedia chi guarda e che l’orrore, per chi lo ha vissuto davvero, va ben oltre la pellicola. Ho pensato che saremmo stati buttati fuori dal cinema.
SD: E degli sputi che mi dici?
Fr. H: Ci sputava, e quando ripenso a questo ancora mi stupisce la sua precisione. Mandava uno sputo in un occhio da circa otto metri di distanza, e sempre tenendo gli occhi chiusi.
SD: Riuscivate a mangiare in quel periodo?
Fr. H: No, prendevamo una tazza di caffè e un pezzo di pane tostato e tra l’altro eravamo ancora in Quaresima.
SD: Padre Bowdern?
Fr. H: Ha fatto tanto, e solo qualche volta si allontanava per la stanchezza. L’esorcismo è durato sei settimane.
SD: Quanti anni avevi?
Fr. H: Avevo 28 anni.
SD: Quale altra cosa ti viene in mente quando pensi a Roland?
Fr. H: Beh, a quando lo abbiamo battezzato. Lui era già stato battezzato secondo la religione luterana. .Quando ha avuto di nuovo il battesimo, sulla strada verso la chiesa nella macchina con lo zio lui continuava ad afferrare il volante della vettura rischiando di investire o essere investiti da altre vetture.
Poi, quando gli stavamo dando la Prima Comunione, ha davvero combattuto. Si sbatteva e dovevamo tenerlo saldamente e ogni volta che apriva la bocca per urlare Padre Bowdern ci metteva dentro un’ostia. Ho dovuto tenerlo per tutto il tempo. Non ce la facevo più e avrei voluto riposare le braccia almeno per un pò. Al secondo tentativo Roland urlava ” Lui non riceverà l’ostia, non la riceverà” e aveva sempre gli occhi chiusi!
Poi tirava dei calci all’inguine di Padre Bowdern e dopo 15-20 minuti, al terzo tentativo riuscì a non sputare l’ostia e prese la Comunione.
SD: Hai avuto paura per la tua vita?.
Fr. H: No, non proprio. Ma mi chiedevo perché a me, per quale scopo io ero lì.
Ci fu una volta che il ragazzo ci chiese di smettere e aprendo la giacca del pigiama ci mostrò come tutte le volte che operavamo l’esorcismo lui si coprisse di questi segni, dei graffi, e ci disse che aveva molto male. Fu di Giovedi Santo e quando iniziò a contorcersi per il dolore disse: ” Padre, io non sopporto tutto questo”.
Allora capii la mia missione.
SD: Questa è una conferma del potere della nostra fede, e delle forze che lottano tra di loro su questa terra.
Fr. H: Sì. Questo è quello che è più importante, ed è per questo che ero così deluso dal film: non ha trasmesso il messaggio principale.