Nel 2016 un tranquillo sobborgo di Glasgow è stato sconvolto da inspiegabili fenomeni: luci che si spengono da sole, oggetti che volano e perfino un cane che appare in cima a una siepe senza spiegazione. Un presunto poltergeist ha costretto una famiglia a fuggire di casa e indotto gli agenti di polizia a chiamare un prete per benedire l’abitazione.
Una casa infestata alle porte di Glasgow
La sera dell’8 agosto 2016 sembrava trascorrere come le altre per una famiglia di Rutherglen, sobborgo di Glasgow in Scozia. In quella villetta di Stonelaw Road, invece, iniziarono a manifestarsi eventi a dir poco inquietanti: lampadine che si spegnevano improvvisamente, vestiti lanciati in aria da una forza invisibile e persino gli sportelli del forno che si aprivano e chiudevano da soli. Ciò che doveva essere un normale intervento di routine per la polizia locale si trasformò ben presto in uno dei casi più misteriosi mai affrontati dagli agenti, tanto da far parlare di un vero e proprio poltergeist domestico – termine che in tedesco significa “spirito rumoroso” – responsabile di questi fenomeni.
Il culmine degli eventi surreali fu proprio il ritrovamento del cagnolino di casa, un chihuahua, seduto in cima a una siepe di oltre due metri all’esterno, senza che nessuno riuscisse a spiegare come vi fosse arrivato. Questo episodio, assieme agli oggetti che cambiavano posizione da soli e ai lampadari trovati capovolti, convinse la famiglia che in casa loro ci fosse “qualcosa” di invisibile e potente. Impaurita, la madre – una donna devota cattolica che viveva lì con il figlio adolescente – decise di contattare la polizia locale per chiedere aiuto.
L’intervento della polizia e i fenomeni inspiegabili
Gli agenti di Polizia di Scozia risposero alla chiamata recandosi nell’abitazione l’8 e il 9 agosto 2016. In un primo momento ipotizzarono di trovarsi di fronte a una situazione di disagio mentale o magari a uno scherzo di cattivo gusto. Tuttavia, appena entrati in casa, anche i poliziotti dovettero ricredersi: assisterono in prima persona a vestiti che volavano da una stanza all’altra, a luci che si accendevano e spegnevano da sole e persino al piccolo cane apparso inspiegabilmente sopra la siepe. Di fronte a tali scene, anche gli agenti più navigati – alcuni con oltre vent’anni di servizio – ammisero di non aver mai visto nulla di simile nella loro carriera.
Sorpresi e scossi, i poliziotti sul posto chiamarono i loro superiori per ottenere supporto. I funzionari aggiuntivi arrivati al numero civico di Stonelaw Road erano inizialmente scettici, convinti di dover semplicemente riportare la calma in famiglia. Ben presto anche loro si trovarono di fronte all’evidenza di fenomeni senza spiegazione naturale. Pur constatando che non veniva commesso alcun reato – non c’era una mano criminale dietro quei “disturbi” – le forze dell’ordine si trovarono in difficoltà su come procedere. “Abbiamo un problema: dove andare a parare, dato che non è stato commesso alcun crimine?”, avrebbe confidato una fonte interna, sottolineando lo smarrimento di fronte a quello che veniva ormai descritto, senza troppi giri di parole, come un poltergeist.
Un prete contro il poltergeist
Di fronte allo scenario insolito, la polizia decise di rivolgersi a un’autorità non convenzionale per un intervento di emergenza: la Chiesa. “La famiglia era molto religiosa, così abbiamo chiesto aiuto alla Chiesa dopo l’incidente”, ha riferito un portavoce. Un sacerdote cattolico locale fu invitato a intervenire nella casa di Rutherglen e celebrò una benedizione tra quelle mura tormentate. L’intento era chiaro: restituire serenità alla famiglia, tentando quello che a tutti gli effetti era un esorcismo sotto altro nome. L’episodio di una collaborazione così stretta tra forze dell’ordine e Chiesa fu abbastanza fuori dal comune da attirare l’attenzione dei media internazionali. Un quotidiano neozelandese, ad esempio, riferì con stupore che la polizia scozzese aveva “chiamato i pezzi grossi” dopo essersi imbattuta in eventi “violenti e inspiegabili” attribuiti a un poltergeist, menzionando proprio l’arrivo del prete chiamato a benedire la casa.
Famiglia in fuga e indagini senza colpevoli
Nonostante la benedizione, la famiglia – madre e figlio – decise di non fare ritorno nella casa infestata nell’immediato. Su consiglio degli agenti, si trasferì temporaneamente da alcuni parenti, ancora troppo sconvolta per riprendere la vita quotidiana tra quelle mura. La priorità, sottolinearono le autorità, era tutelare il benessere emotivo dei coinvolti dopo lo shock subito. Nel frattempo la polizia avviò un’indagine atipica: non c’erano colpevoli da assicurare alla giustizia, ma restava da capire cosa avesse scatenato quei fenomeni. Gli investigatori decisero di scavare nel passato dell’abitazione, verificando negli archivi se precedenti proprietari o inquilini avessero mai denunciato episodi simili in quella casa. Vennero consultati anche medici e servizi sociali, per valutare lo stato di salute dei residenti ed escludere cause cliniche o psicologiche all’origine degli eventi. Insomma, tutte le ipotesi furono prese in considerazione. “Si tratta di una messinscena? È reale oppure no?”, erano le domande che rimbalzavano tra gli inquirenti, senza che si arrivasse a una conclusione definitiva.
Al di fuori delle indagini ufficiali, il caso di Rutherglen ha alimentato numerose speculazioni nel campo del paranormale. Alcuni esperti hanno ipotizzato che la presenza del figlio adolescente potesse fungere da catalizzatore del poltergeist, in linea con una teoria nota in altri episodi simili. Secondo questa linea di pensiero, certi spiriti disturberebbero più che altro una persona specifica (di solito un giovane in fase puberale) anziché un luogo, canalizzando energie psicocinetiche inconsce. Nel caso di Rutherglen, tuttavia, nessuna prova concreta è emersa a sostegno di tale spiegazione, lasciando gli eventi avvolti nel mistero più totale.
Tra scetticismo e clamore mediatico
La vicenda ha avuto un forte impatto mediatico, sia in Scozia sia all’estero. Il Daily Record, quotidiano di Glasgow che per primo ha riportato la notizia, descrisse la storia con un titolo emblematico: “Il curioso caso dell’infestazione: i poliziotti più navigati non sanno spiegare ciò che hanno visto in quella casa”. In breve tempo, l’eco dell’accaduto ha raggiunto testate di altri Paesi, rimbalzando come uno dei più insoliti casi paranormali degli ultimi anni. Sui social e nei bar la discussione era accesa: da un lato c’era chi credeva davvero che in quella casa si fosse manifestato qualcosa di soprannaturale; dall’altro i più scettici avanzavano ipotesi di autosuggestione, di una possibile burla ben orchestrata o addirittura di un caso di isteria collettiva.
Nel frattempo, a Rutherglen, la casa teatro degli eventi era diventata suo malgrado un’attrazione. Numerosi curiosi si sono radunati nei pressi di Stonelaw Road nelle settimane successive, e la stessa madre protagonista si è lamentata di aver “cambiato un tormento con un altro” a causa dell’attenzione indesiderata. Gruppi di ragazzi del quartiere si appostavano ridacchiando nei dintorni e qualcuno ha iniziato persino a cantare il ritornello di Ghostbusters – la celebre canzone acchiappa-fantasmi – quasi a voler esorcizzare la paura con un po’ di ironia. Un epilogo amaro per la famiglia, costretta a vivere lontano da casa mentre il loro dramma diventava argomento di dibattito pubblico.
Un mistero irrisolto
A distanza di anni, il poltergeist di Rutherglen rimane senza una spiegazione definitiva. La Police Scotland ha archiviato la vicenda senza ipotizzare reati, limitandosi a dichiarare di aver risposto a una segnalazione di “disturbo” e di non aver riscontrato evidenze di atti criminosi. Di fatto, gli inspiegabili avvenimenti di Stonelaw Road sono rimasti confinati in una sorta di terra di nessuno: un enigma in cui né la scienza né le indagini tradizionali hanno saputo far piena luce. Per la famiglia coinvolta, quello del 2016 resta un incubo difficile da dimenticare, che ha portato con sé traumi e un’improvvisa notorietà indesiderata. E per i veterani della polizia che quella notte assistettero attoniti alla manifestazione del presunto fantasma, il caso rappresenta tuttora un monito di quanto anche il mondo reale possa riservare eventi apparentemente inconcepibili – episodi in cui nemmeno l’esperienza di decenni sul campo basta a dare tutte le risposte.