Attestati e Normative per l’Uso dei Droni: Guida Completa per l’Italia e l’Estero

Attestati e Normative per l’Uso dei Droni: Guida Completa per l’Italia e l’Estero

L’impiego di droni, o Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto (SAPR), ha conosciuto una crescita esponenziale negli ultimi anni, spaziando da utilizzi amatoriali e ricreativi a svariate applicazioni professionali. Questa diffusione capillare ha reso imprescindibile una solida e chiara regolamentazione, atta a garantire la sicurezza dello aereo e la protezione della privacy dei cittadini, sia in che a livello internazionale. Il presente si propone di fornire una guida esaustiva su come e quando ottenere gli attestati necessari per pilotare droni, con un sulle normative vigenti in Italia e, per confronto, in Europa e negli . Verranno inoltre approfondite le regole specifiche che disciplinano il volo dei droni in contesti urbani e sopra le spiagge italiane.

Attestati per Droni in Italia:

La regolamentazione italiana ed europea classifica le operazioni con droni in base al livello di rischio associato, distinguendo principalmente tra tre categorie: Aperta (Open), Specifica (Specific) e Certificata (Certified) . Questa suddivisione, adottata sia dall’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (ENAC) in Italia che dall’Agenzia dell’Unione Europea per la Sicurezza Aerea (EASA), evidenzia un tentativo di armonizzazione normativa a livello continentale, facilitando potenzialmente l’interoperabilità e la comprensione per gli operatori che intendono operare in diversi paesi europei . La categoria Aperta rappresenta il riferimento principale per la maggior parte dei voli ricreativi e per attività commerciali a basso rischio, risultando quindi di particolare rilevanza per un ampio numero di utenti .   

All’interno della categoria Aperta, le operazioni sono ulteriormente suddivise in tre sottocategorie, denominate A1, A2 e A3, ognuna con specifiche limitazioni operative . La sottocategoria A1 consente il volo sopra non coinvolte nell’operazione, ma non sopra assembramenti di persone. La sottocategoria A2 permette il volo vicino a persone, mantenendo una distanza di sicurezza. Infine, la sottocategoria A3 prevede il volo lontano dalle persone, al di fuori delle aree urbane . Per operare nella categoria Aperta, è generalmente necessario registrarsi come operatore UAS sul portale D-Flight, soprattutto se il drone ha una massa superiore a 250 grammi o è dotato di sensori in grado di raccogliere dati personali . Questo requisito di registrazione sottolinea l’importanza della tracciabilità e della nell’utilizzo dei droni. La formazione per il pilota remoto varia a seconda della sottocategoria: per A1/A3 è richiesta la lettura del manuale del produttore, un corso online e il superamento di un esame online . Per la sottocategoria A2, è necessario aver completato la formazione A1/A3, svolgere un addestramento pratico personale e superare un esame online proctored . L’età minima per ottenere l’attestato è generalmente di 16 anni, con possibili eccezioni per i droni considerati giocattoli . Gli attestati di conoscenza teorica hanno una validità di 5 anni, dopodiché è necessario ripetere l’esame . Questo implica un aggiornamento periodico delle competenze, in linea con l’evoluzione normativa e tecnologica del settore. I costi per i corsi e gli esami possono variare a seconda dell’ente erogatore .   

La categoria Specifica è destinata a operazioni a rischio medio che richiedono una valutazione del rischio, spesso tramite la metodologia SORA (Specific Operations Risk Assessment), e un’autorizzazione da parte di ENAC . Rientrano in questa categoria anche le operazioni condotte secondo scenari standard europei (STS-01 e STS-02), per i quali sono richiesti prerequisiti specifici, tra cui il possesso di un attestato Open, la frequenza di corsi su comunicazioni aeronautiche (COM) e gestione delle risorse dell’equipaggio (CRM), e un addestramento pratico . La complessità dei requisiti per la categoria Specifica, come l’analisi del rischio e i corsi specializzati, riflette la maggiore responsabilità associata a operazioni con un livello di rischio più elevato. Ulteriori modalità operative nella categoria Specifica includono l’utilizzo di risk assessment predefiniti (PDRA) e la possibilità di ottenere una certificazione LUC (Light UAS Operator Certificate), che conferisce maggiori privilegi operativi .   

Infine, la categoria Certificata riguarda operazioni ad alto rischio, paragonabili all’aviazione tradizionale, che necessitano della certificazione sia dell’aeromobile che del personale coinvolto . Questa categoria è pensata per impieghi evoluti, come il trasporto di persone (ad esempio, i futuri taxi volanti) o di merci pericolose, e richiede competenze e standard di sicurezza molto elevati .   

Normative Italiane (ENAC):

In Italia, la necessità di possedere un attestato per pilotare un drone è determinata dalla categoria di operazione (Aperta, Specifica, Certificata) e dalle caratteristiche del drone, come il peso (sopra o sotto i 250 grammi) e la presenza di una telecamera . Indipendentemente dalla categoria, è fondamentale registrarsi come operatore sul portale D-Flight se il drone pesa più di 250 grammi o è in grado di raccogliere dati personali . La registrazione permette di ottenere un codice identificativo (QR code) che deve essere apposto sul drone. Il portale D-Flight non è solo uno strumento per la registrazione, ma anche una risorsa essenziale per verificare le restrizioni dello spazio aereo, fornendo mappe aggiornate sulle zone geografiche con limitazioni o divieti di sorvolo . La consultazione di D-Flight prima di ogni volo è quindi un passo cruciale per la pianificazione e per operare in conformità con la legge. Un altro obbligo fondamentale per tutti gli operatori di droni in Italia è la stipula di un’assicurazione di responsabilità civile verso terzi, indipendentemente dal peso del drone o dall’uso che se ne fa . La mancata sottoscrizione di un’assicurazione può comportare sanzioni amministrative .   

Attestati per Droni all’Estero:

A livello europeo, il Regolamento (UE) 2019/947, entrato in vigore il 31 dicembre 2020, ha uniformato le normative relative all’esercizio degli aeromobili senza equipaggio, sostituendo le precedenti regolamentazioni nazionali . Questa armonizzazione semplifica le operazioni transfrontaliere, in quanto gli attestati Open (A1/A3 e A2) rilasciati da un paese membro EASA sono riconosciuti validi in tutti gli altri paesi membri . Allo stesso modo, la registrazione come operatore effettuata in un paese EASA è valida anche negli altri .   

Negli Stati Uniti, la Federal Aviation Administration (FAA) è l’ente responsabile della regolamentazione dei droni . La normativa statunitense distingue principalmente tra l’uso ricreativo e quello commerciale dei droni . Per l’uso ricreativo, è necessario superare il test TRUST (The Recreational UAS Safety Test) e registrare il drone presso la FAA se pesa più di 250 grammi . Per l’uso commerciale, è obbligatorio ottenere la certificazione Part 107, che richiede il superamento di un esame teorico presso un centro di test approvato dalla FAA, avere almeno 16 anni, essere in grado di leggere, scrivere, parlare e comprendere l’inglese, e registrare il drone . La certificazione Part 107 ha una validità di 24 mesi e deve essere rinnovata tramite un test ricorrente .   

Come e Dove Ottenere gli Attestati all’Estero:

Per ottenere un attestato EASA in un altro paese europeo, è necessario rivolgersi all’Autorità Nazionale per l’Aviazione (NAA) di quel paese. Molte NAA offrono corsi ed esami online per la categoria Open . È consigliabile consultare il sito web della specifica NAA ) per conoscere le procedure dettagliate.   

Per conseguire la certificazione FAA negli Stati Uniti, è necessario innanzitutto ottenere un FAA Tracking Number (FTN) creando un profilo sul sistema IACRA (Integrated Airman Certification and Rating Application). Successivamente, si deve programmare e superare l’esame di conoscenza aeronautica presso un centro di test autorizzato dalla FAA. Una volta superato l’esame, si può richiedere il Remote Pilot Certificate tramite il sistema IACRA .   

È importante notare che, sebbene gli attestati Open rilasciati da un paese membro EASA siano validi in tutti gli altri paesi membri, non esiste un riconoscimento automatico degli attestati rilasciati da paesi extra-UE, come quelli della FAA, in Italia o in Europa . Chi possiede una certificazione FAA e desidera volare in Italia dovrà quindi ottenere una certificazione EASA, seguendo le procedure previste per la categoria Open in un qualsiasi paese membro dell’Unione Europea.   

Normative per il Volo in Ambiente Urbano in Italia:

Il volo dei droni in ambiente urbano in Italia è soggetto a specifiche restrizioni e richiede particolare attenzione alle distanze di sicurezza e alle zone interdette al volo . Prima di ogni volo, è indispensabile verificare le restrizioni tramite il portale D-Flight, che indica le zone rosse (divieto di volo), gialle (volo regolamentato) e verdi (volo consentito) . È sempre vietato il sorvolo di assembramenti di persone , e devono essere mantenute distanze di sicurezza da persone non coinvolte, variabili a seconda della sottocategoria Open . Inoltre, è proibito volare in prossimità di aeroporti, parchi naturali, installazioni militari, ospedali e altre aree sensibili . In alcune zone, identificate come zone P, R e D (proibite, regolamentate, pericolose), è necessario ottenere permessi specifici dalle autorità competenti (ENAC, Ministero della , ecc.) per poter effettuare il volo . Se le operazioni previste non rientrano nelle limitazioni della categoria Open, potrebbe essere necessario operare in categoria Specifica, ottenendo le relative autorizzazioni .   

Regole per il Volo Sopra le Spiagge in Italia:

Anche il volo dei droni sopra le spiagge italiane è regolamentato, con particolare attenzione alla tutela della privacy e alla sicurezza dei bagnanti . È fondamentale evitare il sorvolo di spiagge affollate, in quanto considerate assembramenti di persone , e mantenere sempre distanze di sicurezza adeguate dalle persone presenti . In caso di riprese o fotografiche, è necessario rispettare rigorosamente le normative sulla privacy . È importante essere consapevoli che alcuni comuni o regioni possono emanare ordinanze specifiche che limitano o vietano il volo dei droni sulle spiagge durante la stagione balneare . Ad esempio, la Regione Abruzzo ha introdotto restrizioni in passato . La vecchia normativa RAIT 5006 (poi 5005), che imponeva limitazioni al volo sulla costa durante i mesi estivi, non è più applicabile alle operazioni nella categoria Open . In ogni caso, è sempre consigliabile consultare il portale D-Flight per verificare la presenza di eventuali restrizioni specifiche nell’area di interesse .   

Aggiornamenti Recenti alle Normative:

Il quadro normativo per i droni è in continua evoluzione, sia in Italia che all’estero. ENAC ha recentemente introdotto un nuovo corso online per la categoria Open A1/A3, valido a partire dal 2 novembre 2024 . Inoltre, è entrato in vigore l’obbligo di identificazione remota (Remote ID) per alcune categorie di droni, in linea con le tendenze normative europee e statunitensi . A livello europeo, EASA ha implementato una classificazione dei droni basata su marchi CE (da C0 a C6) e ha introdotto l’obbligo di Remote ID per alcune classi . Negli Stati Uniti, la FAA sta progressivamente introducendo il Remote ID e sta lavorando alla regolamentazione del volo oltre la linea di vista (BVLOS) . Questi aggiornamenti sottolineano l’importanza per i piloti di droni di rimanere costantemente informati sulle ultime modifiche normative per garantire la conformità e operare in sicurezza.   

Conclusioni:

La regolamentazione dell’uso dei droni è un aspetto cruciale per garantire la sicurezza e la legalità delle operazioni, sia in Italia che all’estero. Gli attestati e le certificazioni necessarie variano in base alla categoria di operazione e alle caratteristiche del drone. In Italia, ENAC, in linea con le normative europee di EASA, distingue tra le categorie Open, Specific e Certified, ognuna con requisiti specifici per piloti e operatori. A livello internazionale, l’Europa ha uniformato gran parte della sua regolamentazione sotto EASA, facilitando il riconoscimento degli attestati tra i paesi membri. Gli Stati Uniti, con la FAA, adottano un approccio leggermente diverso, basato principalmente sulla distinzione tra uso ricreativo e commerciale. Per volare in ambiente urbano e sopra le spiagge italiane, è necessario prestare particolare attenzione alle restrizioni locali e stagionali, consultando sempre le fonti ufficiali come il portale D-Flight. Data la continua evoluzione delle normative, è fondamentale per i piloti di droni mantenersi aggiornati attraverso i canali ufficiali di ENAC, EASA e FAA per garantire operazioni sicure e conformi alla legge.

Tabella Comparativa delle Categorie di Operazione e Attestati/Certificazioni:

Categoria di OperazioneAttestato/Certificazione ItaliaAttestato/Certificazione Europa (EASA)Attestato/Certificazione (FAA)Requisiti Chiave Italia
OpenA1/A3, A2A1/A3, A2TRUST (ricreativo), Part 107 (commerciale)Registrazione operatore (se necessario), corso online ed esame (A1/A3), addestramento pratico ed esame proctored (A2), rispetto limitazioni sottocategoria
SpecificAutorizzazione ENAC, STS-01/02Autorizzazione NAA, STS-01/02Non direttamente comparabileAnalisi del rischio (SORA), autorizzazione ENAC, prerequisiti specifici (corso COM/CRM, addestramento pratico)
CertifiedCertificazione aeromobile/pilotaCertificazione aeromobile/pilotaNon direttamente comparabileRequisiti simili all’aviazione tradizionale

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