L’incontro che ha cambiato la mia prospettiva

L’incontro che ha cambiato la mia prospettiva

Era una giornata normale, una di quelle che scorrono senza lasciare tracce particolari nella memoria. Passeggiavo con il mio cane in un giardino alberato vicino casa. Ma quel giorno, qualcosa di straordinario mi stava aspettando.

Mentre il sole stava calando e il cielo si tingeva di rosso e oro, un bagliore improvviso catturò la mia attenzione. Lì, sopra gli alberi, sospeso nel cielo immobile come un dipinto, c’era un . Non assomigliava a nulla che avessi mai visto prima: non era un aereo, non era un drone, e nemmeno una stella cadente. La sua luce era ipnotica, un misto di bianco puro e sfumature iridescenti che sembravano danzare.

Mi fermai, incapace di distogliere lo sguardo. Il mio cane, solitamente irrequieto, si sedette accanto a me, come se anche lui percepisse che c’era qualcosa di unico in quell’istante. Poi accadde qualcosa che non so spiegare a parole: fu come se un’onda di pensiero, un messaggio silenzioso, si riversasse nella mia mente. Non c’era suono, nessuna voce, ma un flusso di immagini e sensazioni che sembravano provenire direttamente dall’oggetto sopra di me.

In quel momento non compresi cosa stessi vivendo. Era affascinante, quasi travolgente, ma non spaventoso. Mi sentivo come se qualcuno o qualcosa stesse cercando di comunicare, di condividere una verità più grande. Poi, con la stessa improvvisa delicatezza con cui era apparso, l’oggetto svanì nel nulla, lasciandomi a fissare un cielo vuoto e silenzioso.

Per giorni, la mia mente rimase annebbiata da quella visione. Pensavo di essermi immaginato tutto, una strana illusione di luce e ombre. Ma poi, a distanza di qualche giorno, le immagini che mi erano state trasmesse riaffiorarono con una chiarezza disarmante. Non erano solo visioni casuali: c’era un messaggio, un significato che sembrava trascendere il linguaggio umano.

Non voglio ancora condividere ciò che ho visto. Non perché non sia importante, ma perché sento che queste immagini hanno bisogno di essere comprese appieno prima di essere raccontate. Tuttavia, sento il bisogno di dire questo: quello che ho vissuto non è qualcosa che si possa ignorare o dimenticare. Mi ha fatto riflettere su quanto poco sappiamo del nostro , del nostro e di noi stessi.

Questa è la mia , raccontata senza aggiungere o togliere nulla. Non so se qualcuno possa credere a quello che ho vissuto, ma so che è reale per me. Se vi è mai capitato qualcosa di simile, sappiate che non siete soli.

Anonimo

Condividi

Comments

No comments yet. Why don’t you start the discussion?

Lascia un commento